Tutte le caratteristiche botaniche del castagno
Il castagno europeo è una pianta assai longeva, che può raggiungere i 1000 anni di età come il castagno detto dei Centovalli sull’Etna, che la leggenda vuole riparasse dall’uragano la regina Giovanna d’Aragona e il suo seguito: esso misura 53 metri di circonferenza e gli si attribuisce una età di circa 4000 anni). L’albero adulto ha una chioma ampia e rotondeggiante, è alto in media 15-20 m., ma può arrivare fino a 30-35 m. e ad una circonferenza di 6-8 m. Il fusto, tozzo ed eretto, ha ramificazioni che si dipartono ad altezze modeste. La corteccia nei rami giovani è liscia, di colore variabile dal grigio chiaro all’ocra. Le lenticelle hanno forma di pustolette tonde e biancastre. Le foglie sono coriacee, ellittico-lanceolate, dal margine generalmente seghettato e con l’apice acuminato. La pagina superiore è di colore verde intenso, lucente, quella inferiore è più chiara. La lunghezza media delle foglie è di 12-20 cm, la larghezza varia da 3 a 6 cm. La emissione delle foglie avviene in aprile/maggio. Le gemme sono lisce, corte e tozze, di colore generalmente bruno rossiccio. La schiusura delle gemme avviene tra la metà di marzo e la metà di aprile, a seconda delle zone e delle varietà. Per quanto riguarda l’apparato radicale, questo è dapprima fittonante, poi espanso e molto ramificato, ma superficiale. Analogamente a molte altre specie forestali anche il castagno presenta il fenomeno della micorrizia (il micelio di un fungo vive in simbiosi con le radici o i rizomi di una pianta arborea o erbacea, che riceve dal fungo acqua e sali assorbiti dal terreno, cedendo a sua volta i carboidrati da essa elaborati).
Il castagno europeo è una specie monoica dai fiori unisessuali. I fiori maschili sono riuniti in glomeruli, ubicati su amenti lunghi 10-30 cm., dal portamento variante dal pendulo all’eretto. Le infiorescenze femminili si trovano alla base degli amenti situati all’ascella delle foglie superiori. Ogni infiorescenza femminile contiene di solito 3 fiori, protetti da un involucro, detto cupula, da cui fuoriescono gli stili. La cupula si evolverà in riccio, mentre i fiori, una volta allegati, si trasformeranno in castagne, botanicamente classificati come acheni. Raramente tutti i fiori di una cupula allegano, per cui il numero di frutti contenuti in un riccio varia normalmente da 1 a 3, in funzione della cultivar e dell’andamento stagionale. Si trovano quindi anche frutti abortiti, chiamati guscioni o vuoti. Ogni frutto è rivestito da un pericarpo liscio e coriaceo, il cui colore varia dal marrone chiaro al bruno scuro. All’interno del frutto, protetto da una pellicola rosata (episperma), si trova la parte edule: il seme. Entro uno stesso frutto possono alloggiare anche 2-3 semi, ognuno racchiuso nel proprio episperma. I frutti, del peso da 8 a 20 gr, si possono distinguere in: marroni, tendenzialmente più grandi a facce convesse; castagne generalmente a pezzatura più piccola, più dolci. Si mangiano allo stato fresco o secco, crude, bollite, arrostite, e si riducono in farina, con la quale si preparano pietanze e dolciumi. Il castagno da frutto, la cui produzione inizia verso il quarto anno e al decimo può dare 20 Kg per anno, per ettaro in media può produrne una tonnellata fino ad un massimo di due. La castagna ha un alto potere nutritivo, un elevato contenuto di amidi e un discreto valore calorico.
Il Legno del Castagno
Il legno del castagno selvatico, compatto e resistente, è adoperato per la paleria ma è anche adatto come legna da ardere e per carbone. Il legno e la corteccia sono ricchi di tannino, che, estratto con acqua dalla segatura, era un tempo molto usato come prodotto conciante per le pelli.
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